ASSEGNAMENTO >> 19. Leggi “Familiarità”

FAMILIARITÀ

Se non si ha familiarità col modo in cui una scena (un’area) dovrebbe essere, non è facile individuarne gli outpoint (dati illogici).

Ci riferiamo a ciò che potremmo chiamare scena o situazione ideale. Se non si conosce la scena – o situazione – ideale, è difficile che si riescano ad osservare i punti non ideali che essa contiene.

Supponiamo di mandare un agricoltore su una nave. Con un vento moderato, mentre boma e pennoni scricchiolano e le onde s’infrangono contro lo scafo, egli è sicuro che la nave stia per affondare. Non ha la minima familiarità con l’aspetto e con i suoni che dovrebbero esserci in quella scena, perciò non riconosce i veri outpoint e può darsi che consideri outpoint tutti i pluspoint.

D’altro canto, in una giornata calma e serena, vede un mercantile procedere all’indietro a tutta forza e arrivare a meno di 150 metri dalla fiancata, e pensa che tutto vada bene.

Un ufficiale esperto tenta disperatamente di evitare la collisione e l’agricoltore pensa semplicemente che l’ufficiale sia un maleducato! Non avendo familiarità col mare e non avendo nessun modello ideale di navigazione tranquilla, l’agricoltore difficilmente vede i veri outpoint, a meno che non stia per affogare. Un marinaio esperto, invece, avendo familiarità con la scena in tutti i suoi mutevoli aspetti, vede un outpoint in tutti i piccoli elementi illogici.

Dal canto suo, un marinaio in una fattoria non saprebbe riconoscere una malattia del grano, non noterebbe un cancello aperto e non vedrebbe nessun outpoint in una fattoria che l’agricoltore saprebbe essere sul punto di andare in fallimento..

La regola è:

SI DEVE ESSERE IN POSSESSO DI UNA SCENA IDEALE A CUI PARAGONARE LA SCENA ESISTENTE.

Se il personale non ha un’idea del modo in cui un’organizzazione dovrebbe funzionare, si lascia sfuggire degli outpoint evidenti.

Un esempio di questo si può vedere quando un dirigente esperto visita un’organizzazione e cerca di indicare ciò che non va al personale nuovo (che non è in possesso di alcun modello ideale, né di alcuna familiarità). Il personale nuovo si occupa malvolentieri di ciò che il dirigente gli dice di fare, e non appena questi se ne va non se ne occupa più. Non avendo familiarità con un modello ideale di organizzazione perfetta, e non essendo in possesso di un tale ideale, semplicemente non vede niente, né di giusto né di sbagliato!

Le conseguenze di questa cosa sono a loro volta illogiche. Si vede un dirigente inesperto licenziare tutte le persone che producono e lasciare in pace il personale disonesto o incapace. Il suo ideale erroneo potrebbe essere – poniamo il caso – un’organizzazione tranquilla; pertanto licenzia tutte le persone rumorose o esigenti. Ignora le statistiche. Ignora le cose a cui dovrebbe prestare attenzione, semplicemente perché è in possesso di un ideale scorretto e non ha nessuna familiarità con una scena appropriata.

Errori di osservazione

Quando non si ha familiarità con la scena, per diventare consapevoli delle cose bisogna guardare attentamente. Avrete notato che i turisti lo fanno. Ma la persona del luogo “vede” molto di più di loro quando cammina avanti dritto per la strada.

È facile confondere la novità con il “fatto importante”. “Era una giornata calda per essere inverno” è un fatto utile soltanto se risulta che in realtà quel giorno c’è stata una gelata, o se indica qualche altro outpoint.

La maggior parte degli errori d’osservazione vengono commessi perché non si è in possesso di un ideale della scena o non si ha familiarità con essa.

Tuttavia esistono altre fonti di errore.

L’“essere ragionevoli” è il colpevole principale. C’è gente, ad esempio, che immagina di vedere la parte mancante di una sequenza, invece di vedere che tale parte manca davvero. L’esistenza di un dato falso viene immaginata perché una sequenza è sbagliata o una delle fasi manca.

È raccapricciante vedere con quanta facilità la gente creda alle cose immaginate. Questo succede perché una sequenza illogica è fastidiosa. Per alleviare tale disagio, la gente distorce la propria osservazione ignorando l’outpoint e traendo altre conclusioni.

L’osservazione accurata

Per effettuare un’osservazione accurata sono necessarie certe condizioni.

La prima è l’esistenza di un mezzo di percezione, che può consistere nel comunicare indirettamente tramite varie linee di comunicazione o nel guardare, sentire, sperimentare direttamente.

La seconda è l’esistenza di un ideale della scena o dell’area.

La terza è l’avere familiarità col modo in cui tali scene si presentano, quando le cose vanno bene o quando vanno male.

La quarta è la comprensione dei pluspoint o cose corrette, quando sono presenti.

La gente crede facilmente a dati immaginari. Per alleviare il disagio, le persone tendono a distorcere le proprie osservazioni ignorando l’outpoint e giungendo a conclusioni diverse.

La quinta è il riconoscimento degli outpoint (tutti e cinque i tipi) quando fanno la loro comparsa.

La sesta è la capacità di analizzare i dati rapidamente.

La settima è la capacità di analizzare la situazione.

L’ottava è l’essere disposti ad ispezionare più da vicino l’area di illogicità.

Poi bisogna essere in possesso della conoscenza e dell’ingegnosità necessarie per risolvere la cosa.

Questo può essere chiamato ciclo dell’osservazione. Se risolvere la cosa venisse considerato come punto numero nove, questo sarebbe il “ciclo del controllo”. Se una persona fosse addestrata a concepire tutte le possibili varianti di outpoint (le illogicità) e studiasse fino a concepire un ideale e ad acquisire familiarità con la scena o con il tipo di area, la sua capacità di osservare e di risolvere le cose sarebbe considerata quasi sovrannaturale.

una grande nave che trasporta merci da un luogo ad un altro.