Ci sono certe caratteristiche e certi atteggiamenti mentali che fanno sì che circa il 20 per cento di una razza si opponga violentemente a qualunque attività tesa al miglioramento o a qualunque gruppo che svolge un’attività del genere.
Questo tipo di persone è conosciuto per avere tendenze antisociali.
Quando la struttura legale o politica di un paese diventa tale da favorire l’acquisizione di posti di fiducia da parte di personalità del genere, allora in quel paese vengono soppresse tutte le organizzazioni che tendono a promuovere la civiltà e ne deriva una barbarie fatta di criminalità e soprusi economici.
I crimini e gli atti criminali sono perpetrati dalle personalità antisociali. I degenti dei manicomi generalmente fanno risalire il loro stato al contatto che hanno avuto con personalità del genere.
Perciò in campi come quelli del governo, delle attività di polizia e dell’igiene mentale, solo per nominarne alcuni, vediamo che è importante essere capaci d’individuare e isolare questo tipo di personalità, in modo da proteggere la società e i singoli dalle conseguenze distruttive derivanti dal lasciare a costoro mano libera nel danneggiare gli altri.
Poiché costituiscono solo il 20 per cento della popolazione e visto che solo il 2,5 per cento è veramente pericoloso, vediamo che, compiendo uno sforzo davvero modesto, potremmo migliorare considerevolmente lo stato della società.
Esempi noti, eccezionali addirittura, di questo tipo di personalità sono, naturalmente,
Quando risaliamo alla causa del fallimento di un’azienda, inevitabilmente scopriamo che da qualche parte, nelle sue fila, una personalità antisociale si è data alacremente da fare.
Nelle famiglie che vanno a pezzi, di solito troviamo che l’una o l’altra delle persone coinvolte presenta una personalità di questo tipo.
Quando la vita diventa dura ed è sulla via del fallimento, un esame accurato dell’area da parte di un osservatore addestrato rivelerà una o più di tali personalità in azione.
Visto che l’80 per cento di noi sta cercando di andare avanti e che solo il 20 per cento cerca d’impedircelo, le nostre vite sarebbero molto più facili da vivere se fossimo bene informati sulle esatte caratteristiche di personalità del genere. In tal modo potremmo individuarle risparmiandoci fallimenti e grandi patemi d’animo.
Perciò diventa importante esaminare ed elencare gli attributi della personalità antisociale. Vale veramente la pena che le persone oneste s’informino meglio su questo argomento, vista l’influenza che tali personalità esercitano sulla vita quotidiana di così tanti individui.
Caratteristiche
La Personalità Antisociale presenta le seguenti caratteristiche:
1. Parla solo in termini generici e molto vaghi. “ Si dice che...”, “Tutti pensano che...”, “Tutti sanno che...” e tali espressioni vengono usate di continuo, specialmente nel diffondere dicerie. Quando le viene chiesto: “Chi sarebbero questi tutti...?”, di solito salta fuori che si tratta di un’unica fonte e che in base a tale fonte la personalità antisociale ha inventato ciò che spaccia come l’opinione generale dell’intera società.
Questo per loro è naturale, poiché ai loro occhi l’intera società appare come una grande generalità ostile, nemica in particolare dell’antisociale.
2. Tale persona tratta principalmente cattive notizie, osservazioni critiche oppure ostili, denigrazioni e soppressioni in genere.
Una volta, questi individui venivano identificati col termine di “ pettegoli” o “forieri di cattive notizie” oppure “seminatori di zizzania”.
È degno di nota il fatto che questo tipo di persona non si fa mai portatore di buone notizie o di commenti favorevoli.
3. Quando la persona antisociale trasmette un messaggio o delle notizie, modifica la comunicazione in peggio. Le buone notizie vengono bloccate e solamente quelle cattive vengono fatte proseguire, spesso peggiorate.
Una persona del genere finge anche di trasmettere “cattive notizie” che in realtà sono inventate.
4. Una caratteristica e uno degli aspetti tristi della personalità antisociale, è che non risponde al trattamento o alla correzione.
5. Intorno a tale personalità troviamo compagni o amici intimiditi o malati che, anche quando non vengono portati effettivamente alla pazzia, si comportano comunque in modo inerte nella vita, incontrano fallimenti e insuccessi.
Queste persone procurano guai agli altri.
Quando si sottopone a trattamento oppure s’istruisce qualcuno che è intimamente collegato alla personalità antisociale, i miglioramenti che costui ne ricava non sono stabili, piuttosto soffre insuccessi o perde i benefici di ciò che ha appreso, perché si trova sotto l’influenza soppressiva dell’altra persona.
Persone così collegate, quando vengono curate fisicamente, di solito non guariscono nei tempi previsti, ma peggiorano e hanno delle convalescenze travagliate.
È del tutto inutile curare, aiutare o addestrare tali soggetti fino a che rimangono sotto l’influenza dell’antisociale a loro collegato.
La maggior parte dei pazzi lo è proprio a causa di tali connessioni antisociali e non guarisce facilmente per la stessa ragione.
Purtroppo è raro trovare una personalità antisociale in manicomio. Qui vengono ospitati solo i suoi “amici” e i membri della sua famiglia.
6. La personalità antisociale sceglie generalmente il bersaglio sbagliato.
Se si è sgonfiata una gomma per esser passata sopra a dei chiodi, la persona imprecherà contro il compagno di viaggio o comunque contro una fonte che non ha provocato l’inconveniente. Se il volume della radio del vicino è troppo alto, prenderà a calci il gatto.
Se A è la causa ovvia, la personalità antisociale inevitabilmente darà la colpa a B, C o D.
7. L’antisociale non è in grado di portare a termine un
L’antisociale si circonda di progetti incompleti.
8. Molte persone antisociali confesseranno tranquillamente i crimini più allarmanti se vi sono costrette, ma non avranno il minimo senso di responsabilità nei confronti di tali crimini.
Le loro azioni hanno poco o nulla a che fare con la loro volontà. Le cose sono “semplicemente successe”.
Non hanno alcun senso della corretta causalità e in particolare non sono quindi in grado di provare alcun sentimento di rimorso o di vergogna.
9. La personalità antisociale sostiene solo gruppi distruttivi e attacca e inveisce contro qualunque gruppo costruttivo o di miglioramento.
10. Questo tipo di personalità approva soltanto azioni distruttive e combatte azioni o attività costruttive o utili.
L’artista, in particolare, rappresenta una calamita per le persone con personalità antisociale, le quali vedono nella sua arte qualcosa da distruggere e tentano di farlo nascostamente, presentandosi come “amici”.
11. Aiutare gli altri è un’attività che rende la personalità antisociale quasi un forsennato. Invece le attività che distruggono in nome dell’aiuto vengono da lei premurosamente sostenute.
12. La personalità antisociale ha un pessimo senso della proprietà e ritiene che il concetto secondo cui qualcosa possa appartenere a qualcuno, sia un trucco costruito ad arte per imbrogliare la gente. Nulla può essere veramente posseduto.
La Ragione di base
La ragione fondamentale per cui la personalità antisociale si comporta come si comporta, è il dissimulato terrore che prova nei confronti degli altri.
Per una simile persona ogni altro essere rappresenta un nemico; un nemico da distruggere, apertamente o di nascosto.
La sua fissazione è che la stessa sopravvivenza dipenda dal “reprimere gli altri” o dal “tenere la gente nell’ignoranza”.
Se qualcuno promettesse di rendere gli altri più forti o più intelligenti, la personalità antisociale soffrirebbe l’estrema agonia di un pericolo personale.
Costoro arrivano alla conclusione che se già si trovano in difficoltà tanto gravi pur avendo intorno a sé gente debole o stupida, perirebbero se qualcuno diventasse forte o intelligente.
Tali persone diffidano di tutti fino al terrore. Questo atteggiamento è generalmente mascherato e non rivelato.
Quando una personalità di questo genere impazzisce, il mondo si riempie di marziani oppure di agenti dell’FBI e chiunque incontri, per lei è davvero un marziano oppure un agente dell’FBI.
Tuttavia la maggior parte di questi individui non mostra segni di squilibrio evidenti. Appaiono alquanto razionali. Possono essere molto convincenti.
In ogni caso la lista appena elencata è composta di cose che tale personalità non può riconoscere in se stessa. Questo è talmente vero che se avete creduto di riconoscervi in una delle caratteristiche di cui sopra, potete avere la certezza assoluta di non essere un antisociale. L’autocritica è un lusso che l’antisociale non si può permettere. Costoro devono aver ragione perché, dal loro punto di vista, si trovano in continuo pericolo. Se dimostraste loro che sono nel torto, potreste addirittura farli ammalare seriamente.
Solo la persona sana ed equilibrata cerca di correggere la propria condotta.
Sollievo
Se mediante un’appropriata ricerca e scoperta eliminaste dal vostro passato le persone antisociali che avete conosciuto e quindi vi separaste da loro, potreste provare un grande sollievo.
Analogamente, se la società riconoscesse in questo tipo di personalità un essere umano malato, nello stesso modo in cui oggi isola quelli che hanno il
Le cose non andranno di certo molto meglio fino a che si permetterà al 20 per cento della popolazione di dominare e danneggiare la vita e le iniziative del rimanente 80 per cento.
Poiché oggigiorno la regola della maggioranza costituisce la consuetudine politica, il buon senso della maggioranza dovrebbe esprimersi nella nostra vita di tutti i giorni, senza subire l’interferenza e la distruzione da parte di coloro che sono socialmente malati.
È un vero peccato che costoro non permetteranno che li si aiuti e non risponderebbero alla terapia qualora si tentasse di soccorrerli.
Comprendere e saper riconoscere personalità del genere potrebbe portare un cambiamento radicale nella società e nella nostra vita.
Napoleone Bonaparte (1769–1821), generale e leader politico francese. Salì al potere in Francia grazie alla forza militare, si autonominò imperatore e condusse campagne di conquista in tutta Europa, finché nel 1815 non fu sconfitto dagli eserciti alleati contro di lui. Mezzo milione di persone morirono nelle guerre napoleoniche dal 1799 al 1815.
John Dillinger (1902–1934), un famoso rapinatore americano, assassino e due volte evaso dalla prigione che fu dichiarato “il nemico pubblico numero uno” nel 1933 per il suo ruolo in numerose rapine in banca ed assassini, incluso quello di un agente di polizia, eseguito da lui e dai membri della sua banda.
Charles Arthur Floyd (1904–1934), gangster americano, rapinatore di banche e sicario, che derubò più di trenta banche, assassinando almeno dieci uomini, di cui la metà agenti di polizia.
John Reginald Christie (1898–1953), assassino inglese. Fu dichiarato colpevole dell’assassinio della moglie, ma confessò anche l’assassinio di altre cinque donne i cui corpi furono trovati nei muri e sotto le tavole di legno di casa sua.
la sequenza attraversata da un’azione in cui questa viene cominciata, continuata finché è necessario e terminata come prestabilito.
una grave malattia infettiva che causava macchie che lasciavano cicatrici profonde sulla pelle ed era spesso fatale. Il vaiolo è stato sradicato a livello mondiale grazie ad un programma di vaccinazione (il trattamento che rende una persona immune a una malattia).