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I FATTORI DELLA COMUNICAZIONE

Esaminiamo adesso più da vicino i vari elementi che compongono la comunicazione osservando due unità viventi, che chiameremo A e B. A e B sono dei terminali, ovvero dei punti che ricevono, ritrasmettono e inviano una comunicazione.

In primo luogo esiste l’Intenzione di A, che in B diventa Attenzione e, perché abbia luogo un’effettiva comunicazione, deve esserci in B una Duplicazione di ciò che è stato emanato da A.

Ovviamente A, al fine di emanare una comunicazione, deve in primo luogo aver rivolto l’Attenzione verso B e B deve aver messo un po’ di Intenzione verso tale comunicazione, almeno quella di ascoltarla o riceverla. Vediamo dunque che, sia Causa che Effetto, hanno entrambi Attenzione e Intenzione.

Vi è adesso un altro fattore molto importante. Si tratta del fattore della Duplicazione. Possiamo definirlo come “realtà” o possiamo definirlo come “accordo”. Il grado di accordo raggiunto fra A e B in questo ciclo di comunicazione, diventa la loro realtà e questo avviene meccanicamente tramite la Duplicazione. In altre parole, il grado di realtà raggiunto in questo ciclo di comunicazione dipende dalla quantità di Duplicazione. B, nel ruolo di Effetto, deve Duplicare in una certa misura quanto è stato emanato da A, come Causa, perché la prima parte del ciclo abbia luogo.

Dopodiché A, che ora è diventato Effetto, deve Duplicare ciò che viene emanato da B perché la comunicazione possa concludersi. Se questo avviene, non vi sono conseguenze dannose.

Se questa Duplicazione non avviene in B e poi in A, abbiamo quello che equivale a un ciclo-di-azione incompleto. Se, ad esempio, B non Duplicasse neppure vagamente quanto emanato da A, la prima parte del ciclo di comunicazione non verrebbe realizzata, e ne risulterebbero discussioni interminabili, infinite spiegazioni e un bel po’ di randomity (movimento imprevisto). Se poi A non ha Duplicato quanto è stato emanato da B, nel momento in cui B era Causa nel secondo ciclo, è avvenuto un altro ciclo di comunicazione incompleto, con conseguente mancanza di realtà.

Ed è chiaro che, se riducessimo la realtà, ridurremmo anche l’affinità, ovvero il sentimento di affetto o simpatia per qualcosa o qualcuno. Dove quindi la Duplicazione è assente, vediamo diminuire l’affinità. Un ciclo di comunicazione completo avrà come risultato un alto grado di affinità. Se uno di questi fattori non è in equilibrio, abbiamo un ciclo di comunicazione incompleto e A oppure B, o entrambi, resteranno in attesa che il ciclo si concluda. In questo modo la comunicazione diventa dannosa.

Un ciclo di comunicazione incompleto genera ciò che si potrebbe chiamare “sete di risposte”. L’individuo in attesa di un segnale che gli confermi che la sua comunicazione è stata ricevuta è portato ad accettare qualunque flusso in entrata. Quando un individuo ha continuamente atteso, per lunghissimo tempo, risposte che non sono arrivate, qualsiasi tipo di risposta da qualunque parte provenga, sarà attirata verso di lui, da lui, in un tentativo di porre rimedio alla propria penuria di risposte.

I cicli di comunicazione incompleti producono una penuria di risposte. Non è molto importante che cosa siano tali risposte o cosa potrebbero essere, purché si avvicinino vagamente all’argomento. Quello che importa è, invece, il caso in cui viene data qualche risposta del tutto indesiderata, come nella comunicazione ossessiva o compulsiva, oppure quando non viene data alcuna risposta.

La comunicazione in se stessa è dannosa solo quando la comunicazione emanata dalla Causa è stata improvvisa e illogica rispetto all’ambiente. In tal caso l’Attenzione e l’Intenzione sono state violate.

Anche il fattore dell’interesse rientra in questo contesto, ma è di gran lunga meno importante. Ciò nondimeno esso chiarisce molti aspetti della condotta umana. A Intende interessare B. Da parte sua B diventa interessante affinché qualcuno gli parli.

Analogamente quando B emana una comunicazione è interessato, ed A è interessante.

Qui abbiamo, come parte della Formula della Comunicazione (anche se meno importante), il continuo alternarsi tra l’essere interessato e l’essere interessante da parte di ambedue i terminali, A e B. Causa è interessata. Effetto è interessante.

D’importanza ancora maggiore è il fatto che l’Intenzione di A di essere ricevuto pone A nella necessità di essere Duplicabile.

Se A non può assolutamente essere Duplicabile, allora naturalmente la sua comunicazione non sarà ricevuta da B. Infatti B, essendo incapace di Duplicare A, non può ricevere la sua comunicazione.

Per esempio: supponiamo che A parli cinese, mentre B capisce solo il francese. Se A vuole farsi Duplicare da B, che parla solo il francese, deve anch’egli parlare francese. Nel caso in cui A parli una lingua e B ne parli un’altra, e non ne abbiano nessuna in comune, potrebbero usare la “mimica” e sarebbe comunque possibile una comunicazione. Ammettiamo che A abbia una mano, potrebbe alzarla. Ammettiamo che anche B ne abbia una, potrebbe alzarla. Poi B potrebbe alzare l’altra mano e A potrebbe alzare l’altra mano ed avremmo così completato un ciclo di comunicazione tramite mimica.

Fondamentalmente, tutte le cose sono considerazioni. Noi consideriamo che le cose esistano e quindi esse esistono. L’idea è sempre di rango superiore alla meccanica dell’energia, dello spazio, del tempo e della massa. In merito alla comunicazione, si possono anche avere idee completamente diverse da queste. Ma si dà il caso che queste siano le idee sulla comunicazione che sono condivise in questo universo e che vengono usate dalle unità viventi di questo universo. L’accordo di base sulla comunicazione lo troviamo nella formula della comunicazione descritta qui. Poiché le idee sono superiori a questo accordo, un essere può concepire un’idea strana, in aggiunta alla formula della comunicazione, che riguardi il modo esatto di gestire la comunicazione. Se una simile opinione, tuttavia, non trovasse il consenso generale, quell’essere potrebbe trovarsi decisamente escluso dalla comunicazione.

Prendiamo l’esempio di uno scrittore d’avanguardia che insista sul fatto che le prime tre lettere di ogni parola vengano eliminate, o che le frasi non debbano mai essere completate: non otterrà l’accordo dei suoi lettori. Esiste un’azione continua di selezione naturale, si potrebbe dire, che estirpa le idee strane o particolari in merito alla comunicazione.

Per comunicare, la gente aderisce alle regole fondamentali qui descritte. Quando qualcuno tenta di allontanarsi troppo da queste norme, semplicemente non viene Duplicato e si trova effettivamente escluso dalla comunicazione.

Arriviamo ora al problema di ciò che un’unità vivente deve essere disposta a sperimentare al fine di comunicare. In primo luogo il punto sorgente primario deve essere disposto ad essere Duplicabile. Deve essere capace di concedere almeno un po’ di Attenzione al punto-ricevente. Il punto-ricevente primario deve essere disposto a Duplicare, deve essere disposto a ricevere e deve essere disposto a tramutarsi in punto-sorgente al fine di restituire la comunicazione, o una risposta ad essa. Il punto-sorgente primario, a sua volta, deve essere disposto ad essere punto-ricevente.

Dal momento che sostanzialmente abbiamo a che fare con idee e non con meccaniche, notiamo che deve esistere fra punto-Causa e punto-Effetto un certo stato d’animo in cui entrambi sono disposti ad essere Causa o Effetto a piacimento, in cui sono disposti a Duplicare a piacimento, ad essere Duplicabili a piacimento, a cambiare ruolo a piacimento, a sperimentare la Distanza fra di loro e, in breve, sono disposti a Comunicare.

Quando esistono queste condizioni in un individuo o in un gruppo, abbiamo gente mentalmente sana.

Incontriamo fattori d’irrazionalità là dove ci si rifiuta d’inviare o ricevere comunicazioni; dove la gente, per compulsione oppure ossessione, invia comunicazioni prive di direzione e senza cercare di essere duplicabile; dove gli individui nel ricevere una comunicazione rimangono zitti e non rispondono né confermano di aver ricevuto.

Alcune delle condizioni che si possono verificare in una linea di comunicazione irrazionale, sono il fallimento nell’essere Duplicabili prima di emanare una comunicazione, un’intenzione contraria all’essere ricevuti, una riluttanza a ricevere o a Duplicare una comunicazione, una riluttanza a fare l’esperienza della distanza, una riluttanza a cambiare, una riluttanza a prestare attenzione, una riluttanza a esprimere l’intenzione, una riluttanza a dare riconoscimenti e, in generale, una riluttanza a Duplicare.

Qualcuno potrebbe trarre la conclusione che la soluzione al problema della comunicazione sia non comunicare. Potrebbe dire che se non avesse cominciato a comunicare in primo luogo, ora non si troverebbe nei pasticci.

Forse in questo c’è qualcosa di vero, ma un uomo è morto nella misura in cui non è in grado di comunicare. È vivo nella misura in cui può comunicare.

ciò che sembra essere. Si tratta fondamentalmente di un accordo, il grado d’accordo raggiunto dalla gente. È reale ciò di cui siamo d’accordo che è reale.

la sequenza attraversata da un’azione in cui questa viene cominciata, continuata finché è necessario e terminata come prestabilito.

imitare le azioni di altre persone.